Il secondo esercizio (di che? leggete post senza titolo 10 - Balena 1) era una descrizione.
Descrivi te stesso come se fossi una qualsiasi altra cosa (o persona).
Di nuovo, questo è quanto.
Metto piede in quest’aula per la prima volta. Mi guardano tutti e devono essere spaventati. Mettere piede poi è una strana espressione che non mi si addice molto. Io i piedi non ce li ho. Direte voi, come è possibile? Ebbene sì mi hanno fatto così, senza piedi. Sono più un simpatico ammasso nero, tipo una specie di fumo, ma non proprio un fumo di quelli densi che immaginate voi, o che avete visto quella volta che avete bruciato la cena. No, è più una massa informe, ecco, solo il colore è lo stesso del fumo. Ma a voi cosa interessa adesso della mia fisicità. Quello che c’è oltre è ben più importante e fondamentale. Entro in quest’aula, dicevo, e mi trovo davanti questa quindicina di umanoidi, piccoli, loro hanno tutti i piedi, quindi una trentina di piedi, tutti in fila uno vicino all’altro. Ogni anno entro nelle vite di centinaia di questi piccoli sgorbietti. Mi pagano per questo. Devo insegnargli a far uscire la loro creatività. Forse per questo mi guardano preoccupati? O perché sono questa roba senza capo né coda, non ho i piedi ma nemmeno nessuna delle altre parti del corpo che possiedono loro. Non ho la bocca e gli sto parlando. Dico: “Buongiorno”. Spaventati, ecco fatto. Non si riprenderanno mai più. Avranno cinque o sei anni e finora non hanno neanche loro né capo né coda. Io invece non ho età. Pensate che bello, riuscite a crederci? Non muoio e non sono mai nato. Siamo a Settembre e da oggi in poi vedrò questi nanetti crescere e cominciare a vedere il mondo con occhi nuovi. Riusciranno tra qualche mese a descrivere i loro mondi fantastici e sarà solo grazie a me. Questo mestiere mi piace proprio, devo ammetterlo. Certo è una cosa un po’ noiosa a lungo andare, ma in fondo non mi rendo nemmeno conto del tempo che passa e così mi è difficile provare questa sensazione, la noia.
In realtà non provo nessuna sensazione, non riesco, non posso. Non ho cuore, non ho cervello, e forse non ho neanche coraggio, anima, niente.
Le uniche cose che sento sono quelle che provano loro nel momento in cui gli entro dentro.
Descrivi te stesso come se fossi una qualsiasi altra cosa (o persona).
Di nuovo, questo è quanto.
Metto piede in quest’aula per la prima volta. Mi guardano tutti e devono essere spaventati. Mettere piede poi è una strana espressione che non mi si addice molto. Io i piedi non ce li ho. Direte voi, come è possibile? Ebbene sì mi hanno fatto così, senza piedi. Sono più un simpatico ammasso nero, tipo una specie di fumo, ma non proprio un fumo di quelli densi che immaginate voi, o che avete visto quella volta che avete bruciato la cena. No, è più una massa informe, ecco, solo il colore è lo stesso del fumo. Ma a voi cosa interessa adesso della mia fisicità. Quello che c’è oltre è ben più importante e fondamentale. Entro in quest’aula, dicevo, e mi trovo davanti questa quindicina di umanoidi, piccoli, loro hanno tutti i piedi, quindi una trentina di piedi, tutti in fila uno vicino all’altro. Ogni anno entro nelle vite di centinaia di questi piccoli sgorbietti. Mi pagano per questo. Devo insegnargli a far uscire la loro creatività. Forse per questo mi guardano preoccupati? O perché sono questa roba senza capo né coda, non ho i piedi ma nemmeno nessuna delle altre parti del corpo che possiedono loro. Non ho la bocca e gli sto parlando. Dico: “Buongiorno”. Spaventati, ecco fatto. Non si riprenderanno mai più. Avranno cinque o sei anni e finora non hanno neanche loro né capo né coda. Io invece non ho età. Pensate che bello, riuscite a crederci? Non muoio e non sono mai nato. Siamo a Settembre e da oggi in poi vedrò questi nanetti crescere e cominciare a vedere il mondo con occhi nuovi. Riusciranno tra qualche mese a descrivere i loro mondi fantastici e sarà solo grazie a me. Questo mestiere mi piace proprio, devo ammetterlo. Certo è una cosa un po’ noiosa a lungo andare, ma in fondo non mi rendo nemmeno conto del tempo che passa e così mi è difficile provare questa sensazione, la noia.
In realtà non provo nessuna sensazione, non riesco, non posso. Non ho cuore, non ho cervello, e forse non ho neanche coraggio, anima, niente.
Le uniche cose che sento sono quelle che provano loro nel momento in cui gli entro dentro.
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