Solitudine, che si attacca addosso come lenzuola nelle notti d'Agosto.
Ti prende alle spalle, in un giorno qualunque, quando non sei solo.
E ti blocca, ti stringe le mani e le chiude a circondarti la gola.
Rivoli d'acqua stagnante ti scorrono tra i piedi, ti spengono l'interruttore della voce. Vorresti gridare ma non puoi, vorresti distendere le braccia ma non puoi. Tutto ciò che vorresti, fosse anche solo una banalità, non puoi averlo e non ti accorgi che lo possiedi già.
Poi esplodi e ti distruggi in milioni di piccolissimi pezzi, che si spargono sul pavimento, mentre gli altri attorno a te riempiono i bicchieri e brindano, ballando sui tuoi resti.
Alla fine ti svegli, stai bene svuotato di tutto. Afferri un pensiero e te lo annodi al polso, eterno ricordo della grande verità che, rinascendo bianco come una prima pagina, dimenticherai.
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