E’ arrivato il momento di accettare di essere quel piccolo
disastro vagante nel mondo che sei. Accettare di fare e dire le cose sbagliate
quell’unica volta in cui servirebbero quelle giuste. Come un coniglio bianco e
morbido tirato fuori da un cilindro. Vorresti prendergli la spalla sinistra che ondeggia
vicino a te in questo momento perfetto, mentre tutto intorno sta fermo immobile
e silenzioso. Solo la spalla si muove, impercettibile, e la tua mano si allunga
fino a toccarti gli occhi che vedono quello che non c’è. Quel momento è arrivato
e finalmente puoi pensare tranquillamente di aver giudicato chi non lo meritava
o di aver sparso imperfezione nel mondo che trovi così stucchevole nel suo
continuo girare, sempre uguale a se stesso. L’estate fa l’estate e le foglie
cadono in autunno, come ci si aspetta che facciano. Mai una volta che volino
verso l’alto e si fermino turbinando nel cielo sotto la luce gialla dei lampioni.
E tu, piccola macchia che si espande al contrario, ti poggi al muro esterno di un
palazzo o prendi l’acqua in faccia confondendo un sorriso. Ascolterai la stessa
canzone per ore ma solo la decima volta piangerai. Non è così che avevi
previsto che andasse ma chi può dirlo che non si tratti di una strada diversa
al solito incrocio.
"oddio mi sento le caviglie in catene"
lunedì 13 luglio 2015
Senza titolo 21 - Candy imperfection disclosure
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